Nell'antica Roma, gli schiavi appositamente addestrati che dovevano combattersi nell'arena per la gioia delle folle erano chiamati gladiatori. È abbastanza comunemente accettato che l'usanza dei combattimenti tra gladiatori sia stata adottata dai Romani, dagli Etruschi e probabilmente dai Sanniti. I primi combattimenti di gladiatori a Roma sono documentati nel III secolo a.C., mentre i primi combattimenti di gladiatori organizzati dai consoli romani ebbero luogo alla fine del II secolo a.C. (circa 105 aC). Per motivi di ordine, vale la pena aggiungere che questi combattimenti furono proibiti nel IV secolo d.C., insieme alla crescente posizione del cristianesimo nell'impero romano. Molti gladiatori erano tedeschi, traci e galli, sebbene tra loro vi fossero anche nativi romani. Nel periodo del III-I secolo aC il principale centro di addestramento dei gladiatori era la Campania, in particolare Capua, dove apposite scuole preparavano i gladiatori al combattimento. I gladiatori, a causa del loro armamento, erano divisi in diversi tipi, tra cui: Andabata (un gladiatore che indossava una cotta di maglia e un elmo con il velo), Myrmilo (aveva in testa un elmo a forma di pesce, una protezione per le spalle, una spada e uno scudo oblungo) o Retiarius (il suo armamento era un tridente o un arpione, un pugnale e una rete, il più delle volte combatteva senza elmo). Vale la pena aggiungere che i gladiatori organizzarono almeno diverse rivolte nella storia di Roma, tra le quali si possono distinguere, ad esempio, la prima rivolta siciliana (138-132 a.C.), la ribellione di Vettius o soprattutto la rivolta di Spartaco del 73-71 aC, la cui soppressione causò molti problemi ai romani.